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All'estremo sinistro della strada - sinistro guardando a mezzanotte - ci sono dodici uomini.
Due file di sei uomini.
Tengono in mano strani strumenti.
Alcuni piccoli, alcuni grandi.
Sono tutti immobili.
Gli uomini, ovviamente, non gli strumenti.
E guardano di fronte a sé.
E dunque, forse, dentro di sé.
All'estremo destro della strada - destro guardando a mezzanotte - ci sono altri dodici uomini.
Due file di sei uomini.
Tengono in mano strani strumenti.
Alcuni piccoli, alcuni grandi.
Sono tutti immobili.
Gli uomini, ovviamente, non gli strumenti.
E guardano di fronte a sé.
E dunque, forse, dentro di sé.
Nei mille passi di strada che dividono i dodici uomini di sinistra dai dodici uomini di destra non c'è
niente e nessuno.
Perché la gente - e qui gente non vuol dire semplicemente qualche passante, ma decine e decine di
persone che messe insieme fanno centinaia di persone, diciamo quattrocento persone, forse anche di
più, cioé tutto il paese e anche quelli venuti da lontano appositamente per essere lì, adesso..... .
Nei mille passi di strada che dividono i dodici uomini di sinistra dai dodici uomini di destra non c'è
assolutamente niente e nessuno.
Perché la gente se ne sta tutta assiepata e schiacciata tra i bordi della strada e le facciate delle case,
ciascuno badando, nonostante la calca e la tensione, a non finire con un piede in quello che a tutti
gli effetti si può ormai definire, dopo tanto meticoloso lavoro, uno splendido tavolo da biliardo di
terra bruna.
E man mano che ci si avvicina all'ipotetico e in fondo reale punto di esatta metà della strada, là
dove i dodici uomini di sinistra si incroceranno al momento giusto - al momento culminante - con i
dodici uomini di destra, come le dita di due mani che si cercano e poi si trovano, come ruote di un
grande ingranaggio sonoro, come fili di un tappeto orientale, come venti di una burrasca, come i
due proiettili di un solo duello.........
E man mano che ci si avvicina alla metà esatta della strada, sempre più fitta si fa la calca, con la
gente assiepata e stretta intorno a quel punto nevralgico, il più vicino possibile a quel confine
invisibile dove si mescoleranno le due nuvole sonore (come sarà, immaginarlo è impossibile), con
gran affastellamento di occhi, cappellini, vestiti della festa, bambini, sordità di vecchi, scollature,
piedi, rimpianti, lucidi stivali, odori, profumi, sospiri, guanti di pizzo, segreti, malattie, parole mai
dette, occhialetti, immensi dolori, chignon, puttane, baffi, mogli vergini, menti spente, tasche, idee
sporche, orologi d'oro, sorrisi di felicità, medaglie, pantaloni, sottovesti, illusioni - tutto un grande
magazzino di umanità, un concentrato di storie, un ingorgo di vite versato in quella strada (e con
particolare violenza nel punto all'esatta metà di quella strada) per fare da sponda alla traiettoria di
una singolare avventura sonora - di una pazzia - di uno scherzo dell'immaginazione - di un ritodi un
addio.
E tutto questo - tutto - a mollo nel silenzio.
Se si è capaci di immaginarlo, bisogna immaginarlo così.
Un silenzio infinito.
Non per altro: ma è sempre un qualche meraviglioso silenzio che porge alla vita il minuscolo o
enorme boato di ciò che poi diventerà inamovibile ricordo.
Così.
Ed è per questo, in fondo, che anche loro e soprattutto loro, i dodici uomini all'inizio della strada e i
dodici uomini alla fine della strada, stanno immobili, come pietre, ciascuno con il suo strumento
addosso.
Non manca che un istante all'inizio di tutto e loro se ne stanno lì, appoggiati su se , p stessi, senza
nient altro da fare, ancora er un istante, che essere se stessi - dettato immane - feroce, meraviglioso
dovere.
Se da qualche parte ci fosse, Iddio, li conoscerebbe uno per uno, saprebbe tutto di loro, e di loro si
commuoverebbe.
Dodici da una parte.
Dodici dall'altra.
Tutti figli suoi.
Uno per uno.
E Tegon, che suona una specie di violino, e morirà nelle acque gelate del fiume, e Ophuls, che
suona una specie di tamburo, e morirà senza accorgersene, una notte che non c'era la luna, e Rjnh,
che suona una specie di flautino, e morirà in un bordello tra le cosce di una donna bruttissima, e
Haddon, che suona una specie di sassofono, e morirà a 99 anni, dimmi tu la sfiga, e Kuppert, che
suona una specie di armonica, e morirà sulla forca, lui e la sua gamba maciullata, e Fitt, che suona
una specie di grande tuba, e morirà chiedendo pietà con una pistola puntata in mezzo agli occhi, e [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]
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